resilienteMente – Un progetto in progress
nei CSE di Busto Arsizio e Somma Lombardo
Potremmo definirlo un progetto a step, che evolve e coinvolge sempre più fattivamente gli utenti della cooperativa Progetto98.
“resilenteMente è un concept pensato subito dopo la prima fase pandemica e ha dato ampie opportunità di espressione agli ospiti dei nostri centri, ma ci ha anche permesso di aprire un percorso di sperimentazione che evolve nel tempo e nel quale abbiamo affiancato loro, attori, pittori, arteterapeuti. Con nostra grande soddisfazione ci siamo resi conto che il coinvolgimento continuativo in un progetto a step può aiutare il percorso di acquisizione di una maggiore autonomia e sicurezza in persone con disabilità acquisita. Siamo partiti con attività in cui ci si doveva confrontare in primis con sestessi e le proprie capacità espressive, artistiche e corporee, per arrivare alla scoperta di sé di fronte agli altri. Tanti step, tante difficoltà, ma anche tanta tenacia che hanno portato a risultati spesso inaspettati.
E’ doveroso ringraziare tutte le persone coinvolte nei progetti, dagli operatori ai consulenti, ricordando che resilienteMente parte 2 è finanziato da Fondazione del Varesotto, ente che continua a credere nella nostra mission e ci sostiene concretamente.” (Norma Mazzetto – Presidente Progetto98)
AZIONE TEATRALE
E’ la performance dei ragazzi del CSE di Busto Arsizio messa in scena sotto la guida di Antonella Imperatori Gelosa, attrice professionista.
Si tratta di un secondo step di lavoro in cui si è affrontata la presa di coscienza di sé verso l’altro e la possibilità di comunicare con un pubblico più ampio rispetto a quello della propria quotidianità in cooperativa . L’attività coordinata dall’educatore Nicola Montani si è sviluppata in una prima fase di 10 incontri in cui si è lavorato sul tema della ciclicità delle stagioni e del cambiamento, “Il tempo delle piante“, proseguita poi con altri 10 incontri di preparazione al confronto con il pubblico, che hanno portato all’esibizione di dicembre 2022.
LA VOCE COME STRUMENTO – UN LABORATORIO CON BETTY COLOMBO
Perché la voce?
In persone con disabilità acquisita, una delle difficoltà maggiori è proprio quella della parola e della comunicazione.
Il laboratorio non si prefigge lo scopo di rieducare alla parola ma quello di scoprire le potenzialità dell’uso della voce come strumento: la voce è fatta di suoni che possono essere armoniosi o stonati, a volte filtrati da oggetti proposti dal caso, come un foglio arrotolato, ma è comunque sempre una rivelazione, una scoperta.
L’attività è guidata da Betty Colombo, narratrice e attrice che, come lei ama dire, “scrive partiture” che aiutano a dare materia al suono.
I suoni della tua voce sono strani? A volte ti spaventano e a volte ti divertono o ti mettono in imbarazzo?
Nel laboratorio di Betty Colombo gli utenti scoprono istintivamente che ogni verso ha dignità.
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